venerdì 19 agosto 2016

Pronti, partenza e via! Riparte la Serie A, tra certezze, speranze e...sorprese

21 maggio 2016, la Juventus vince la Coppa Italia, foto Donato Bulfon
Dove eravamo rimasti? Beh, facile da ricordare...La Juventus pluricampione d'Italia e vincitrice, grazie a Morata, anche della Coppa Italia nell'ultimo atto stagionale contro il Milan.

Domani, dopo circa tre mesi, partirà la nuova stagione che sembra poter ricalcare le ultime: tutti dietro alla Juventus, in netta pole position sulle altre. I bianconeri sembrano avere un vantaggio incolmabile su Napoli, Roma ed Inter, le solite "avversarie" per uno scudetto che finisce a Torino, sponda bianconera, ormai da cinque anni. Più staccate Milan, Fiorentina, Sassuolo e Lazio, che con ogni probabilità si sfideranno per un quinto posto.

E' stata un'estate fatta di colpi di mercato e di tante parole: con la Juventus regina, nel bene e nel male. Marotta ha piazzato al Manchester United, Paul Pogba, con un incasso netto di 78 milioni più una super parcella a Raiola di 25 milioni di euro. Prima ancora l'arrivo a Vinovo, con tanto di pagamento di clausola al Napoli, di Gonzalo Higuain, mister 94 milioni, oltre che del parametro zero Dani Alves, di Miralem Pjanic, Mehdi Benatia e del gioiellino Marko Pjaca. Tanto per rendere l'idea. Un Dream Team creato per vincere tutto, soprattutto in Europa, con la consapevolezza che la partenza dello stesso Pogba ma anche quella di Morata, presa così, fa decisamente meno male. E le altre? Napoli e Roma hanno puntellato la rosa, perdendo però pezzi importanti, mentre l'Inter ha aggiunto Candreva, Banega ed Erkin ad una rosa interessante, ma cambiando allenatore l'8 agosto.

L'altra grande storica, cioè il Milan, ha passato un'estate travagliata, tra colpi di mercato non arrivati e una cessione societaria in alto mare. Tifosi inferociti e pessimismo cosmico scaturito da tre anni di brutte figure. Basteranno Montella, un preliminare di vendita firmato, oltre che i vari Vangioni, Lapadula, Gustavo Gomez e José Sosa per tornare ai vertici?

Nel frattempo il Sassuolo incanta in Europa League e si candida a ruolo di sorpresa. I ragazzi terribili di Eusebio Di Francesco dimostrano che il sesto posto in campionato dello scorso anno non è stato un caso, anzi, ora si punta a migliorare ancora di più: se Berardi e Politano continuano a giocare così, le soddisfazioni non mancheranno.

E allora, ci siamo. Con Roma-Udinese, domani alle 18, ripartirà quello che una volta era chiamato il Campionato più bello del mondo. Tutti in attesa, tra speranze e curiosità: che vinca il migliore, chiunque esso sia.

venerdì 25 marzo 2016

Cruijff, Julian Ross e il Milan, dagli occhi di un ragazzo a quelli di un nostalgico

Johan Cruijff, con la maglia del Milan nel 1981, Wikipedia
Non è che mi stesse così tanto simpatico, forse simpatico non lo era proprio. Ma, d'altronde, non è che un calciatore o un personaggio sportivo debba essere catalogato per forza per la sua simpatia.

Ero un ragazzino, nell'ormai lontano 1994, e la mia passione era il Milan, come lo è tutt'ora. E in quell'anno, in finale di Champions c'erano i rossoneri e il fortissimo Barcellona di Romario e Stoichkov, di Guardiola e Koeman, di Zubizarreta e soprattutto Cruijff. E proprio di te che stiamo parlando Johan. Le tue dichiarazioni prima della gara non mi piacquero affatto e il giorno dopo Massaro, Desailly e Savicevic te le hanno suonate sonoramente ed, io con uno sguardo da dodicenne, ti ho odiato e sbeffeggiato per molto tempo. Ma ti conoscevo, conoscevo la tua fama e quello che avevi fatto nella tua carriera. E il mio astio era forse anche per quello, consapevole che la tua era davvero una grande squadra. Ora te ne sei andato, colpito da un male che non risparmia nessuno, un tumore beffardo e bastardo allo stesso tempo. Questo non toglie che nella tua vita sei stato un grande, segnando un'epoca e la svolta nel mondo del calcio. Che è diventato totale come te, che in campo disegnavi linee come il più grande architetto e le disegnavi anche per i tuoi compagni.

Quel 14 lo avevo visto per la prima volta in un cartone animato giapponese (Capitan Tsubasa alias Holly e Benji), sulle spalle di un ragazzo, Julian Ross per noi italiani (Jun Misugi per i giapponesi), calciatore dalla tecnica ed un cervello immensi, ma dal fisico deficitario. Tutti dicevano che lo portava in onore di un certo Croif, Craif, Cruif, e non capivo. Internet non c'era ma c'era mio padre Luigi che di te me ne parlava sempre con ammirazione. E io gli ho creduto. Ho visto le tue partite, con un Olanda incredibile, e quando ti ho visto, in foto d'epoca, con la maglia del Milan, un brivido mi è venuto. Certo, erano altri tempi, ma il tuo calcio ha cambiato un'epoca, ispirando poi anche il grande Milan di Sacchi che mi ha fatto innamorare.

E allora, in questi giorni tristi per la tua morte, io ti voglio dire grazie. Anche se simpatico non eri, ma d'altronde tutti i grandi sono tipi un po' "particolari" e non molto easy. Grazie Johan o Hendrik Johannes, il tuo vero nome. Ora da lassù puoi insegnare calcio e fare ancora l'architetto. Perchè, sinceramente, questo ti riusciva davvero bene.

martedì 9 febbraio 2016

Uno sguardo sul calcio italiano, chi vincerà lo Scudetto?

Un campionato che sembra pian piano delinearsi verso posizioni ben definite. Napoli e Juventus per lo scudetto, Fiorentina, Inter, Roma e Milan per la Champions. E questa, che è la settimana che precede il big match tra le prime due della classe, può davvero diventare cruciale per il destino del campionato. Secondo voi, ragazzi, chi avrà la meglio? Ecco il mio parere per Magazine Pragma che mi ha intervistato ieri. Buona lettura.


http://magazinepragma.com/sport/donato-bulfon-uno-donnarumma-nasce-20-anni/?utm_campaign=shareaholic&utm_medium=facebook&utm_source=socialnetwork

lunedì 8 febbraio 2016

Cronaca di una giornata particolare: la partita al Fun Club "Ringhio d'Abruzzo"

Certo, forse era meglio aver vinto, ma alla fine va bene anche così.

Siamo arrivati leggermente in ritardo, con il fischio d'inizio già avvenuto ma con i ragazzi gentilissimi e davvero molto calorosi. Il Milan in campo si è visto subito che oggi ci avrebbe fatto un po' soffrire: la pioggia scendeva copiosa su San Siro come se non piovesse da anni. I rossoneri provavano a fare la partita ma qualcosa non andava. Poi quell'attacco, con super Donnarumma che sventa due volte i tentativi dell'Udinese ma che al terzo deve soccombere. E chi segna? Armero, l'ex sottovalutato.

Cala il gelo nella stanza. L'entusiasmo sembra essere un lontano ricordo e i ragazzi essere tornati velocemente sulla terra, dopo le belle gare contro Fiorentina, Inter e Palermo. All'intervallo si discute di mercato, di futuro, di budget, di errori dirigenziali e non, condito da un buon caffè che non guasta mai. Ma i minuti passano veloci ed è già tempo di secondo tempo. Pronti e via e Niang, che fino ad ora era piaciuto molto poco, su invito di Bacca, pareggia i conti. E vai che torna l'entusiamo, gli incitamenti, i "dai dai dai!!", gli applausi. Per un secondo tempo che poteva andare meglio nel risultato ma che ha riacceso le speranze. Basta poco per rendere felice un tifoso, E questi ragazzi meritano comunque di più, cioè una squadra che lotti come nel secondo tempo e che solo la sfortuna ha fermato. Sarà per la prossima volta, ma con una certezza: nel Fun Club Ringhio D'Abruzzo la passione non manca mai, una passione con due colori ben definiti e stampati nel cuore: il rosso e il nero.

venerdì 5 febbraio 2016

MILAN, qualcosa è cambiato: vincere con l'Udinese per avvicinare l'Europa

Qualcosa è cambiato. Fino ad un mese fa, con la sconfitta interna con il Bologna, il destino del tecnico rossonero Sinisa Mihajlovic sembrava segnato. Perdere in quel modo fa male, e le voci di un possibile esonero si sono susseguite fino alla gara contro la Fiorentina. Lippi, Conte e chi più ne ha più ne metta. Ma la gara contro la viola ha rappresentato la svolta stagionale, almeno lo si spera. La vittoria per 2-0, arrivata per caparbietà, tenacia e opportunismo, hanno restituito finalmente un Milan con la sua fisionomia, con una sua anima. E le partite successive, con Empoli, Inter e Palermo sono state a confermare che il girone delle rivincite è iniziato. Quattro gare, tre vittorie ed un pareggio, nove gol fatti e solo due subiti. E tutti che finalmente, iniziano a parlare dei rossoneri come dell'outsider, che vale l'Europa League ma che, con un po' di fortuna, può aspirare a qualcosa di più. 

Certo, il cammino è ancora lungo, ma le premesse ci sono tutte. Rispetto allo scorso anno, il Milan ha nove punti in più, ha segnato di più e ha subito meno gol. Inzaghi è solo un ricordo, mentre Mihajlovic ha fatto vedere che la squadra è dalla sua parte e che si può soltanto migliorare. Vincere contro l'Udinese significherebbe porre delle basi ancora più solide ad un progetto che pian piano sta prendendo corpo. Sperando, perché no, che le dirette avversarie perdano colpi. Contro i friulani, il Milan riproporrà gli stessi undici vittoriosi 3-0 nel derby contro l'Inter. L'unico dubbio è la presenza di Bonaventura, uscito malconcio dall'ultimo allenamento a Milanello: in caso di forfait, pronto Kevin Prince Boateng, alla possibile prima da titolare dopo il ritorno in Italia. Ora non resta che attendere. Domenica capiremo se il Milan si trasformerà, dallo spumante post Palermo, in uno champagne d'annata. Per tornare a sognare, per tornare in alto.